Le ricerche moderne hanno messo in luce proprietà e principi attivi dell'olio d'oliva che spiegano l'enorme fortuna e la lunga tradizione dei cosmetici a base oleosa tra le civiltà del Mediterraneo.
Dal tempo degli Egizi in avanti, l'olio d'oliva è considerato anche un medicinale e un cosmetico dalle molteplici proprietà.
Usato nelle cure di bellezza perché preveniva l'avvizzimento della pelle, proteggeva il cuoio capelluto dalla forfora e dalla caduta dei capelli, nell'antica Roma i massaggi con olio di oliva erano
considerati un "bagno di giovinezza". Veniva consigliato per la cosmesi naturale dei capelli e per il mantenimento del colore naturale oltre che per rimarginare le ferite, quando non esistevano i punti
di sutura, e per il trattamento delle ustioni. Da sempre l'olio è stato usato come emolliente ammorbidente e antinfiammatorio in tutti gli stati di secchezza e desquamazione cutanea.
Cosmesi egizia
"Cleopatra Gyneciarum libri" è il libro, ormai perduto, in cui la più famosa e seducente regina dell'antichità annotava le sue ricette di oli profumati e unguenti cosmetici. Possedeva addirittura una fabbrica di profumi ad Ein Gedi, vicino al Mar Morto; fu forse la prima "spa" della storia e qui si producevano profumi che venivano anche esportati a Roma. Il vero culto che gli egizi nutrivano per la cosmesi e gli oli profumati è testimoniato non solo dai vasi con residui di antichi profumi ritrovati nella fabbrica di Cleopatra, ma anche da rilievi con rappresentazioni di massaggi eseguiti con olio d'oliva, dalle giare contenti resine di conifere per la preparazione di profumi o dai vasi di oli odorosi.
Bellezza greca e profumi romani
A Cipro, patria della "cipria", sono stati scoperti i resti di un grande impianto industriale per la produzione di antichi profumi che risale al XX secolo a.C. L'intera area era articolata attorno ad un grande frantoio centrale, probabilmente il più antico frantoio del Mediterraneo, fulcro di tutte le attività. Produceva olio d'oliva per usi cosmetici, farmaceutici, tessili e anche per alimentare le fornaci per la fusione dei metalli.
I romani utilizzavano solo olio di oliva finissimo ottenuto dalla spremitura di olive acerbe del mese di agosto, mescolandovi fiori, legni profumati o essenze e lasciavano tutto in infusione,
a maturare al caldo per diversi giorni.
Venivano utilizzate foglie, fiori e frutti di alloro, cannella, finocchio, anice, mandorla amara, pino d'Aleppo, mirto, coriandolo, bergamotto e menta.
Alcuni di questi antichi profumi erano famosissimi nell'antichità, tanto che Plinio il Vecchio ce ne ha tramandato non solo i nomi, ma anche le ricette. Il "Regale Unguentum" era composto da spezie
ed essenze provenienti dall'Estremo Oriente; il "Susinum" profumava di lillà, il "Ciprinum" era fatto con estratto di fiori d'henné; e poi ancora il "Rodinium" che profumava di rosa...e tanti altri ancora.